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La fortaiada

Andar per campi e saltare i fossi ha da sempre un sapore che ricorda l'infanzia di ognuno di noi. La fortaiada, non solo a base di frittata, è un momento che unisce grandi e piccini in un clima di serena allegria alla ricerca di quei sapori antichi e semplici da sempre radicati nei meandri dei nostri ricordi. In questa occasione, per stimolare l'appetito, viene proposta una biciclettata non impegnativa accessibile a tutti. Dopo di che, dietro la canonica di Padre Gabriele, ci ritroviamo tutti seduti ad assaggiare frittate cotte in vari modi, non mancherà del buon vino a rallegrare il pomeriggio da passare in compagnia. Se ci sono volontari disponibili e tempo permettendo il palo della cuccagna è sempre li che aspetta di essere scalato.

Tutti siete invitati a partecipare, dando anticipato preavviso agli organizzatori.

 

LO SAPEVATE CHE.........

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   La festa di Pasquino si svolgeva il 25 aprile, giorno di San Marco evangelista, come festa goliardica inserita nel vivo di una processione che i canonici di San Lorenzo in Damaso effettuavano attraversando il rione di Parione. Studenti e docenti dell'archiginnasio Sapienza si portavano in corteo davanti alla statua di Pasquino, che veniva addobbata con una maschera mitologica, raffigurante appunto un personaggio del mondo antico, ogni anno diverso a seconda del "tema" sul quale gli epigrammi vertevano. Gli epigrammi, in latino, erano scritti come esaltazione del regime e quindi le feste erano ben viste dallo stesso papa. Sovrintendevano ad esse un "protettore", nella persona di un cardinale, e un "segretario" che aveva la funzione di esaminare gli epigrammi per farne poi una pubblicazione. La prima festa fu nel 1508 e si ripeté annualmente fino al 1518; ci fu una pausa nel 1519, poi riprese dal 1520 al 1522 con Leone X, pausa per altri tre anni con Adriano VI, e ripresa nel 1525 e 1526 con Clemente VII, fino a Paolo III nel 1535, 1536 e 1539, ultimo anno di una festa.
   Questa festa di Pasquino che esaltava il potere finì, ma parallelamente si era andato diffondendo un pasquinismo clandestino contro il potere con affissioni notturne alla statua di epigrammi in latino e italiano scritti a mano. Furono affissi anche ad altre "statue parlanti" che sono Marforio, Babuino, Abate Luigi, Facchino e Madama Lucrezia; e circolarono opuscoli e libelli stampati di nascosto. Sorse così una "festa" quotidiana di Pasquino, alimentata da questa produzione letteraria satirica che denunciava immoralità e soprusi del potere pontificio e della famiglia nobile ad esso collegata. Veniva curata da poeti, ma su commissione di prelati e nobili che volevano diffamare coloro che detenevano il potere per subentrare un giorno ad essi. Questo pasquinismo, non di regime, fu perseguito dalle autorità, tanto che alcuni poeti furono smascherati e finirono anche sul patibolo. Ma la produzione delle pasquinate, scritte dall'Ottocento anche in dialetto, è durata ininterrottamente fino alla caduta del regime pontificio nel 1870. E, in forme blande e saltuarie, essa è proseguita fino a oggi contro il potere in generale, come libera denuncia di cittadini in una "festa" di Pasquino che è in fondo quotidiana.

 

Associazione "Pro Loco San Michele Arcangelo" Via Geresina 2/a, 33082 Fagnigola di Azzano Decimo (PN). proloco@fagnigola.it.